Odore di nafta nell’aria, nostalgie strette alle ringhiere. E fuma – la “Grande Atlantico”– sotto cieli immensi che si aprono e chiudono. Va da Buenos Aires ad Amburgo, ferma a Paranagua, Santos e Rio, poi supera l’equatore, tocca Dakar e dice Europa del nord. Avanti e indietro, sull’Atlantico, prigioniera di un andirivieni dettato dal mercato. Nella pancia della nave: jeep Nissan, furgoni Mercedes, utilitarie Fiat e Volkswagen, camion Iveco, grandi trattori e Caterpillar. Sul deck principale, a prua, invece: duecento container. La nave è meticcia – compagnia italiana: Grimaldi, bandiera svedese – natura che conferma anche nella merce. L’equipaggio: 9 svedesi, 20 filippini. Dimenticate Melville, Conrad, Stevenson quelli vanno bene per superare certi pomeriggi, sognare altri mondi. La vita per mare oggi, è diversa: meno romanticismo, molto lavoro, poche parole. Se proprio non avete il tempo per traversare l’oceano e volete sapere come funziona, leggete Alvaro Mutis o questo libro.

 

Stampato su carta Fedrigoni Tatami White 150gr

Collana: Camminanti 01

Marco Ciriello, Maria Vittoria Trovato
Grande Atlantico
Cargo ship stories
isbn 9788862420167
edizione corrente 1 / 2010
prima edizione 1 / 2010
lingua Italiano/Inglese
formato 24x16cm
pagine 96
stampa colore
rilegatura brossura
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l'autore
Marco Ciriello è nato nell'estate del 1975, ha studiato Marx e Freud ma preferisce Saul Bellow e Richard Ford, non sopporta quelli che si impegnano troppo, ha preso il rapido Taranto-Ancona molte volte, adora gli aerei, spera che Messi passi al Napoli, è convinto che i...

Marco Ciriello è nato nell'estate del 1975, ha studiato Marx e Freud ma preferisce Saul Bellow e Richard Ford, non sopporta quelli che si impegnano troppo, ha preso il rapido Taranto-Ancona molte volte, adora gli aerei, spera che Messi passi al Napoli, è convinto che il segreto della vita non stia nelle case di Tadao Ando ma abbia a che fare con i quadri di Mario Schifano, prende forti dosi di Carmelo Bene, ama le scritte sui muri, i paesi abbandonati e le storie di ladri. Il suo più grande vanto – per ora – è di essere stato tradotto in giapponese. Ha visto molti paesi e molti mari, tra un viaggio e l'altro sono usciti: "In corsa" (L'ancora del mediterraneo, 2004), "Qualcuno era venuto a turbare il nostro cuore" (Pequod, 2006), "Tutti i nomi dell'estate" (Effigie, 2009). Scrive per Il Mattino e D La Repubblica delle Donne.

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Maria Vittoria Trovato è nata nella primavera del 1982, ha studiato filosofia a Catania e fotografia a Milano. Dopo Forma e Naba ha trascorso tre mesi alla Magnum di New York tra archivi e consegne. Adora i biscotti al pistacchio e le collane di bottoni. Il suo maggior difet...

Maria Vittoria Trovato è nata nella primavera del 1982, ha studiato filosofia a Catania e fotografia a Milano. Dopo Forma e Naba ha trascorso tre mesi alla Magnum di New York tra archivi e consegne.

Adora i biscotti al pistacchio e le collane di bottoni. Il suo maggior difetto è di non riuscire a stare in una casa più di sei mesi. Potrebbe vivere a New York se l'India non fosse così lontana. È estrema solo con se stessa, per venti anni ha cenato con latte e biscotti non trovandolo affatto monotono. Non sopporta quelli che ridono nelle fotografie e ama la sincerità. Il suo più grande vanto è di aver  trasportato amplificatori alla stazione di Catania senza incidenti. Sue foto sono apparse su Le Monde, D La Repubblica delle Donne e Il Mattino. Questo è il suo primo libro.

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