La letteratura esecutiva allude a tutti quei libri di architetti, urbanisti, scrittori, poeti che riguardano la cultura urbana e il progetto. Esecutiva non ha nulla a che fare con i manuali dell’architetto, con le pubblicazioni che si soffermano sulla scala del dettaglio o del particolare costruttivo. Esecutiva è, invece, una modalità del pensiero transdisciplinare all’interno della quale confluiscono e si diluiscono una pluralità di saperi. Il terreno comune sul quale questo avviene è rappresentato da alcuni concetti chiave che possono aiutare a ragionare per scenari, a ipotizzare strategie, a costruire visioni al futuro della città e del territorio. Esecutiva come contributo a una possibile cartografia dell’immaginazione. Il sintagma letteratura esecutiva riguarda tutti quei libri che, dopo la prima lettura, esercitano una forza attrattiva tale da doverli rileggere più volte fino al punto in cui si disfano per il continuo uso, per le sottolineature, per le note a margine, per i segni a matita, per le telegrafiche riflessioni scritte accanto a un passaggio chiave, per i simboli usati come promemoria; per gli appunti e per tutte le altre forme di appropriazione personale che rendono la lettura una forma di conversazione. È il libro come esperienza vissuta in prima persona.
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