Al fine di arginare il protrarsi di un’omologazione delle strutture linguistiche in architettura, il testo pone l’attenzione – nella sua prima Parte – su alcune tendenze in atto nel panorama corrente, volte a ricercare un approccio esigenziale e prestazionale che si risolve quasi sempre nella riduzione percentuale dei consumi in fase di esercizio (efficienza energetica) e nella standardizzazione dei componenti (efficienza produttiva), ma che può risultare poco efficace in relazione all’intero ciclo di vita delle opere. Per tali ragioni, la seconda Parte si sofferma sulle innovazioni che una progettazione tecnologica efficace – di tipo on-demand – può innescare nel settore, proponendosi come strumento per l’impiego “su misura” di semilavorati e componenti industriali. In questo scenario, diventa fondamentale il ruolo dell’architetto/programmatore, in grado sia di gestire la progettazione computazionale delle nuove tecnologie di costruzione (e di decostruzione), che di favorire l’integrazione orizzontale con i processi produttivi mediante l’interoperabilità digitale.