L’architettura è legata alla vita e per questo deve corrispondere al tempo e al luogo che gli è dato. L’invenzione in architettura è sempre necessaria, ma deve riguardare innanzitutto il senso degli edifici e solo successivamente le regole della composizione e le forme della costruzione. La riflessione sul senso dell’edificio, svolta mantenendo stretta la relazione con la vita che l’edificio dovrà consentire, si oppone sia all’eccesso di forma che alla retorica della libera interpretazione dei significati. L’invenzione presuppone l’immaginazione, ma l’immaginazione in architettura trova attuazione entro una costruzione logica che corrisponde ad un processo di ricerca e scoperta sul reale. L’architetto ci dà, trasferiti in un coerente mondo possibile, i rapporti nuovi da lui individuati fra le cose del mondo reale. I principali strumenti dell’invenzione sono l’astrazione e l’analogia. L’astrazione è necessaria a riconoscere la struttura e le leggi che governano le forme ed i fenomeni. L’analogia è indispensabile in tutti quei casi in cui è necessaria una nuova formalizzazione del senso delle cose. L’ipotesi che il progetto d’architettura possa corrispondere ad una “epifania” sarà dimostrata attraverso l’analisi comparativa dei modi e delle tecniche di tre compositori contemporanei: Steven Holl, Peter Zumthor e Antonio Monestiroli.