Ombre del tempo che viene riunisce i disegni prodotti da conrad-bercah in un lustro di tempo (2018-2022). I disegni esibiscono un modus operandi progettuale non progettato: essi sono infatti il frutto di casualità e non di ‘progettualità.’ Per assurdo sono diventati strumenti irrinunciabili per i suoi progetti.
I disegni intrattengono relazioni diverse con le diverse facce del suo lavoro. Alcuni sono delle rigurgitazioni di progetti professionali o di concorso. Altri sono appunti appunti di viaggio di svago diventati viaggi di riflessione. Altri ancora sono schizzi di pensiero stimolati da opere del passato. Una serie è un atlante di architetture la cui esistenza è minacciata dalla guerra in corso.
Post litteram i disegni sono montati per costruire degli atlanti di pensiero che rivelano delle categorie estetiche utili dal punto di vista progettuale. Il montaggio produce infatti un’apertura dello sguardo sul battito (e il balbettio) delle immagini. Una volta organizzati in atlanti, i disegni veicolano una medesima intenzione: raccogliere appunti personali sulla misteriosa impurità della forma di architettura.
Agostino ha detto che gli eventi storici vanno considerati per le loro conseguenze. Gli eventi vanno cioè visti come ombre del passato che anticipano il tempo che viene. Da questo punto di vista i disegni di conrad-bercah appaiono un riflesso di una vicenda personale. Le presenze che li popolano sembrano ‘sfogliare’ un tempo interiore pregno di prefigurazioni, che, in ultima analisi, sono assimilabile ad ombre del tempo estetico che viene.