Questo libro indaga la nozione di domestico e le sue conseguenze nel progetto urbano e, più in generale, nella costruzione dei rapporti tra corpo e spazio all’interno della cultura occidentale.
L’ipotesi sostenuta è che i sempre più diffusi fenomeni di interiorizzazione e domesticazione dello spazio urbano, esito del trionfo delle logiche neoliberali nei processi di trasformazione e rigenerazione urbana, diano luogo a condizioni ostili, in cui si produce conflitto tra differenze sociali, ecologiche, spaziali, che mettono
in gioco la dimensione del corpo. Il domestico, come condizione socio-spaziale, è capace di influenzare la relazione a scale differenti, ridefinendo i confini tra interno ed esterno, tra privato e pubblico, ovvero tra corpo e spazio. In tal senso, vengono analizzati criticamente i concetti di interno e domestico, esplorando logiche alternative di pensiero, provando a rendere operative, dal punto di vista progettuale, le condizioni di opacità e perturbante. Alcune parti di Torino Nord vengono riconosciute come contesto fertile per esplorare la possibilità di tali condizioni.